lunedì 10 marzo 2014

Tre anni

Tre anni, o quasi, tanti ne sono passati dall'ultima volta che ho scritto qualcosa su questo mio "striminzito" blog. Tanto tempo, talmente tanto che ho faticato non poco a ricordarmi come dovevo fare per potervi entrare. E, una volta entrato, mi sono meravigliato di constatare quante volte era stato visitato da altri nonostante i pochi post che contiene e la lunghissima assenza del suo blogger. E questo mi fa pensare che, in fondo, anche se uno scrive solo per se stesso trova, in qualche modo, sempre qualcuno a cui interessa, per un motivo o per l'altro, ciò che si scrive.
In tutto questo tempo ne sono successe di cose in questa nostra disgraziatissima nazione, ma non mi pare che sia cambiato molto. Ho notato che promesse si facevano prima e promesse si continuano a fare adesso; sui vari canali televisivi, sia pubblici che privati, le facce non sono affatto cambiate (e, ahimè, neanche i cachet milionari) e i contenuti delle varie trasmissioni sono sempre gli stessi; i quotidiani continuano a fare "il gioco delle parti" dettato dai loro proprietari; i sindacati fanno sempre finta di stare dalla parte dei lavoratori, così come la legge continua a millantare di essere uguale per tutti; gli artigiani e i piccoli commercianti, strozzati da tasse e gabelle disumane, continuano a chiudere i battenti a ritmi sempre più serrati e i suicidi dovuti a queste ragioni aumentano più di prima; la busta paga ha sempre un peso bassissimo rispetto all'inflazione e i consumi, di conseguenza, sono sempre più contratti; le banche continuano a non dare credito, soprattutto ai giovani, ed i loro azionisti sono ogni giorno più opulenti; i "cervelli" continuano ad emigrare mentre molta deliquenza, invece, continua ad immigrare e i "buonisti" continuano a pontificare (salvo poi nascondersi nel momento in cui si chiede loro di ospitare qualcuno nella propria abitazione); il tifo becero degli ultras negli stadi è sempre lo stesso e si continua a permettere a questi idioti di andare ogni domenica a dar sfogo alla loro idiozia anzichè metterli ai lavori forzati (e, si sa, è anche grazie a loro che i loro idoli continuano a guadagnare molto più di un chirurgo che trapianta cuori per salvare vite o di un ingegnere che progetta dighe per dissetare popoli assetati); gli stipendi di quelli che permettono che tutto ciò accada è sempre il più alto rispetto ai loro colleghi/omologhi del resto del mondo; le auto blu non sono diminuite e neanche i "portaborse"; l'unica donna astronauta della storia d'Italia continua ad essere molto meno conosciuta dai giovani dell'ultima arrivata nella casa del Grande Fratello, ma il neo-ministro della cultura sembra non saperlo e a non ricordarsi che a novembre verrà spedita per sei mesi nello spazio; Pompei continua a cadere a pezzi, Roma è sempre in bancarotta, Milano perennemente in affanno con i lavori per l'Expo, la Liguria (e non solo) continua a franare per la pioggia.
Mi fermo quì perchè non ho più voglia di continuare con questo elenco che mortifica, che farebbe vergognare chiunque di essere italiano, che lascia allibiti, senza parole, senza alibi nè giustificazioni.
Tre anni che non sono serviti a nulla. E' come spegnere la luce in una stanza in disordine, tornare dopo molto tempo, riaccendere la luce e accorgersi, di colpo, che il disordine è sempre lo stesso, anzi peggio perchè sopra si è depositata un mucchio di polvere.
Povera Italia, una volta faro per l'intera umanità, ridotta a zimbello del mondo intero.

lunedì 9 maggio 2011

C'era una volta

C'era una volta un mondo in cui la gente poteva sognare perchè credeva nel futuro e sapeva che la propria vita avrebbe avuto la possibilità di migliorare secondo le capacità ed i meriti di ognuno. C'era una volta un mondo in cui i giovani avevano dei capi di governo che erano esempi a cui ispirarsi ed a cui far riferimento. C'era una volta un mondo in cui la verità, la lealtà, l'onestà e l'onore non erano parole fatue senza alcun significato. C'era una volta un mondo in cui i valori morali, sentimentali e affettivi erano al di sopra di tutto. C'era una volta un mondo in cui i pagliacci si trovavano solo nei circhi equestri, i delinquenti in galera e le mignotte nei bordelli. C'era una volta un mondo in cui se un poliziotto sparava per difendersi da un malvivente che cercava di ucciderlo il poliziotto veniva decorato e al malvivente certamente non si intitolavano piazze o strade o si mandava la mamma in parlamento. C'era una volta un mondo in cui non esisteva l'ipocrisia e il falso buonismo che permette a poveracci di tutte le razze di abbandonare le loro terre per fare i disperati in giro per nazioni che non conoscono e dove non si integreranno mai, invece di aiutarli concretamente facendoli progredire nella loro patria con investimenti adeguati. C'era una volta un mondo in cui non si rinnegava il proprio passato per puro opportunismo, non si tradivano i propri ideali per una poltrona. C'era una volta un mondo...............................



Alzo la testa dai libri di storia, dalle riviste datate, dalle vecchie fotografie d'epoca, dagli appunti scarabocchiati a scuola tanto tempo fa, dai diari di mio nonno e di mio padre, dalle lettere ingiallite di tanti sconosciuti comprate per pochi spiccioli sulle bancarelle di qualche mercatino di un paese sperduto. Alzo la testa ed ho davanti lo schermo di un moderno computer che mi riporta alla realtà con una miriade di immagini e di articoli. Al lato b di Pippa Middleton, alla faccia da "pupazzo del ventriloquo" di un primo ministro, alla bocca e alle tette rifatte di una delle sue favorite che ha piazzato in un posto di rilievo senza avere nessun merito ed alcuna capacità, alle bandiere rosse con la falce e martello dei tanti idioti a cui la storia non ha insegnato niente, ad uno dei tantissimi personaggi che passano le giornate giocando a tennis e sorseggiando aperitivi sulla terazza di un club esclusivo anzichè stare in galera. E cerco disperatamente di trovare qualcos'altro in questo infinito "mondo virtuale", qualcosa che ci ricordi che siamo uomini, che abbiamo un'anima, che dovremmo avere dei valori e degli interessi diversi, ma niente. Niente di niente. Ed ecco apparire le facce dei partecipanti ai tantissimi reality show in giro per il mondo che dispensano autografi accanto alle immagini di un bambino africano, che si illudeva di trovare una vita migliore di quella che aveva vissuto nel suo paese, morto annegato tra le braccia della madre che non riesce più a piangere e guarda smarrita un uomo in divisa che le indica dove andare. E giro pagina per trovare ancora il culo di Pippa, ma ripreso da un'altra angolazione. E poi i tanti gossip sui calciatori con le modelle, le attrici con i banchieri, i cantanti, i politici, con altre attrici. E vado più sotto per leggere un trafiletto, quasi impercettibile, poco più di qualche riga, che dice che un uomo si è dato fuoco perchè non riusciva più a mantenere la propria famiglia. E chissenefrega tanto, a caratteri cubitali, c'è la notizia che intressa tutti: il tronista è stato visto con una non meglio identificata zoccola di turno! E allora siamo tutti contenti, inebriati da questa informazione partorita da una delle donne più importanti e influenti di una nazione senza più storia perchè gestisce una buona parte dei programmi televisivi che si occupano di questi imbecilli. Ma se ci sono milioni di altri imbecilli che li guardano allora ha ragione lei. E' vero: ha ragione lei e torto io. E allora ecco che mi tornano in mente le lettere ingiallite e tutto il resto e penso con tristezza mista a rabbia a tutto questo. E, allo stesso tempo, vorrei essere come il protagonista del film La leggenda del pianista sull'oceano, che non scende mai, ma proprio mai, dalla sua nave che è diventata tutto il suo mondo, tutta la sua vita, tutti i suoi sogni.


C'era una volta un mondo..............

lunedì 21 febbraio 2011

Lettera a Silvia

Non so se la persona a cui é indirizzata questa lettera aperta leggerà mai questo post. E semmai lo farà non so neanche se capirà che é lei la persona di cui sto scrivendo. Così come non so se anche l'altro amico di cui accenno, tra le righe del post, farà altrettanto. Ma non importa e il post lo scrivo lo stesso. E lo faccio seduto davanti ad una plancia piena zeppa di moderni strumenti di navigazione che mi indicano, tra le tante cose, anche la rotta che sta percorrendo la mia nave. Una rotta precisa, ma che tiene conto dei temporali previsti lungo il percorso, dell'intensità del vento e della forza del mare segnalate nei vari settori del tracciato. E, quindi, di possibili deviazioni per evitare inutili sofferenze ai passeggeri, all'equipaggio e alla stessa nave. Per poi, una volta superato il peggio, rimetterci in rotta e riprendere il nostro cammino originario verso la destinazione, la meta prefissata. Naturalmente gli imprevisti possono sempre capitare e si deve essere pronti e preparati ad affrontarli.
E pensando a tutto questo ho trovato delle analogie con lo stato d'animo di Silvia, che é certamente una donna sensibile e generosa ma che, talvolta, non ammette e non accetta la realtà. Così come accade al suo più fedele "ammiratore virtuale" che, da un pò di tempo a questa parte, non si da pace perchè si ritiene colpevole della defezione di Silvia dai commenti al suo blog. E allora cosa fa? Si pente di non aver cancellato i commenti che avrebbero scatenato questa defezione e le chiede umilmente scusa. Commenti che, però, prima aveva condiviso ed accettato non pensando che ciò scatenasse le ire della sua "amica", dimostrando, così, un'incoerenza ideologica sorprendente.
Ciao Silvia, le cose che ho scritto su quel blog le penso veramente, ma non devi volermene per questo. Credo che le persone perbene non debbano, necessariamente, pensarla allo stesso modo per scambiarsi opinioni o pareri. Penso anche che tu sia una donna buona e, come ho detto prima, sensibile e generosa. Per te scrivere é veramente importante e, quindi, dovresti continuare a farlo finchè ti farà piacere continuare. Cerca, però, di non attaccare sempre briga per partito preso. Di non insultare gli altri semplicemente perchè non la pensano come te. Di non rimanere sempre sulla stessa rotta anche se vedi che di prua ci sono temporali e il mare é grosso. Di non far soffrire un anziano signore che con te, credo, si é sempre comportato bene. E a quel signore ricordo, però, che la lealtà (di cui spesso accenna nei suoi scritti) non é rinnegare i propri ideali solo per riconquistare l'amicizia di una signora conosciuta per caso "navigando" sul web.
Addio Silvia, spero che tu riesca di nuovo a navigare serena e a raccontare le storie e i sentimenti che ti vengono in mente. Ma ti ripeto il consiglio che già mi é capitato di darti: esci un pò di più, cerca di trovare più interessi al di fuori del mondo virtuale nel quale passi gran parte del tuo tempo, cerca il vento pulito, vai a guardare le stelle su quella montagna che tanto ami con indosso i tuoi vecchi scarponi, cerca quella bambina di cui hai scritto tempo fa e accarezzale i capelli per farla sentire importante. Io continuo sulla mia rotta, cercando di evitare, per quanto mi é possibile, temporali e tempeste. Ma so che, inesorabilmente, qualche volta ci incapperò. Questa é, oltre alla navigazione della mia nave, anche la storia della mia vita e a me va bene così.

mercoledì 7 luglio 2010

Indovinello

Dato che sono veramente nauseato da tutto ciò che la casta politica (di qualunque colore) di questo Paese ci propone in continuazione, ho cercato di fare mente locale e rispolverare tutte le mie conoscenze della storia del secolo scorso apprese sui libri. Ma non i testi scolastici sui quali hanno studiato diverse generazioni d'italiani, compresa la mia, che venivano pubblicati dalle case editrici che, in un modo o nell'altro, facevano capo ai tromboni democristiani, socialisti e comunisti che in Italia si sono susseguiti e si sono ingrassati dal dopoguerra in poi. No, ho cercato di documentarmi su testi più obiettivi e, soprattutto, su libri scritti da autori stranieri e pubblicati da case editrice estere (la conoscenza delle lingue mi ha aiutato molto anche in questo).
Alla fine il risultato è deprimente se facciamo un raffronto tra i grandi nomi di cui il nostro passato è pieno e ciò che, invece, la politica nostrana ci ha propinato negli ultimi 65 anni.
Allora mi è venuto in mente di fare un indovinello: non ci piacerebbe essere governati da un uomo (o da una donna) che avesse e applicasse gli ideali di cui si può leggere una estrema sintesi di seguito? Sappiamo di chi sono? Non sono assolutamente moderni e, al tempo stesso, rivoluzionari e romantici?


“Sarà un giovane. Io non sarò più. Lasciate passare questi anni di bufera. Un giovane sorgerà. Un puro. Un capo che dovrà immancabilmente agitare le nostre idee: collaborazione e non lotta di classe; carta del Lavoro e socialismo; la proprietà sacra fino a che non diventi un insulto alla miseria; cura e protezione dei lavoratori, specialmente dei vecchi e degli invalidi; cura e protezione della madre e dell’infanzia; assistenza fraterna ai bisognosi; moralità in tutti i campi; lotta contro l’ignoranza e contro il servilismo verso i potenti; potenziamento, se si sarà ancora in tempo, dell’autarchia, unica nostra speranza fino al giorno utopistico della suddivisione fra tutti i popoli delle materie prime che Iddio ha dato al mondo; educazione per tutti giovani in profondità e non, purtroppo, in superficie come è avvenuto per colpa degli avvenimenti e non per deficienza ideologica, e meritocrazia”.



"La socializzazione mondiale, e cioè: frontiere esclusivamente a carattere storico; abolizione di ogni dogana; libero commercio fra Paese e Paese, regolato da una convenzione mondiale; moneta unica e, conseguentemente, l'oro di tutto il mondo di proprietà comune e così tutte le materie prime, suddivise secondo i bisogni dei diversi Paesi; abolizione reale e radicale di ogni armamento”.



“Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente che lavora è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono ....................”!

martedì 1 giugno 2010

Un libro

E' da molto tempo che non scrivo su questo mio blog. In realtà ho scritto veramente molto poco. Tra l'altro negli ultimi mesi sono stato quasi sempre in giro per lavoro e, anche volendo, non ho avuto il tempo materiale per farlo (e neanche la voglia). In questo periodo ne sono successe di cose, in Italia e nel mondo, che avrebbero potuto essere argomento per post e commenti vari. Il vulcano islandese, due incidenti aerei tragici, la marea nera del Golfo del Messico, il Guatemala in ginocchio a causa di eventi naturali violenti, Clemente Mastella che vuole andare all'Isola dei famosi, sua moglie che fa sapere - dagli arresti domiciliari - che non vuole perchè è gelosa, lo yacht di Briatore sequestrato, sua moglie che perde il latte e il loro bimbo che si dispera, preti pedofili che spuntano come funghi, assassini arrestati dopo anni e anni dall'aver commesso il reato, l'economia internazionale che non decolla, la "buonuscita" milionaria di Santoro, la morte di Raimondo Vianello - uno dei pochi veri "signori" della televisione pubblica e privata, i pirati sulle strade italiane - e quelli nel Golfo di Aden - sempre più numerosi, la disoccupazione che aumenta, l'Euro che affonda, madri depresse che ammazzano i propri figli, maestre che maltrattano i loro piccoli allievi, la Grecia in bancarotta, i tragicomici siparietti della politica italiana (recitati da attori di tutte le parti e di ogni colore), soldati di molte nazioni che continuano a morire in Afghanistan, notabili e "cricche" che continuano a rubare, etc. etc. Come si vede ce n'è per tutti i gusti e l'elenco potrebbe continuare per pagine e pagine.
In mezzo a questo deprimente panorama l'altro giorno ho letto un libro che ha scritto un mio amico/collega (vedi immagine nel post). L'ho trovato molto bello e vorrei consigliarlo a tutti. E' una raccolta di racconti che distrae la mente e l'anima almeno per un pò. E' stato pubblicato da una casa editrice siciliana (Kimerik) ed il ricavato spettante al mio amico verrà devoluto interamente ad una Onlus che si occupa di bambini gravemente malati. Si può acquistare sul sito della casa editrice di cui sopra.
In un mondo come questo in cui viviamo in cui sembrano avere sempre il sopravvento i furbi, i malfattori, i disonesti, gli sleali, i voltagabbana, gli sfruttatori, leggere storie di un mondo fantastico e giusto - immaginando che possa esistere, un giorno, davvero - trovo che non possa che fare bene alla mente e al cuore di tutti.

martedì 2 febbraio 2010

C'è vita e vita

Nei blog che seguo ho aggiunto uno che mi ha colpito particolarmente, si chiama "Pensieri d'altura" ed è una sorta di libro di bordo/diario di viaggio di una famiglia, Marco e Enrica, con un figlio piccolo che ha scelto di vivere in barca ai Caraibi. Non li conosco, ma li ammiro. Quando giravo il mondo per mare mi è capitato varie volte d'incrociare piccole barche a vela con intere famiglie a bordo, per lo più francesi ed inglesi, o d'incontrarli alla fonda nelle rade più belle dei posti più disparati (ma loro, ovviamente, erano ancorati molto più sotto costa di me). Era una scelta di vita che mi affascinava e che, per certi versi, avevo fatto anche io. Ma l'andar per mare per lavoro (soprattutto su bestioni lunghi 250 metri e larghi 60) è una cosa, navigare liberi, senza orari da rispettare e, soprattutto, senza meta assecondando il vento e le stagioni è un'altra. Più di una volta mi sono fermato a parlare con qualcuno di questi marinai giramondo; ho imparato da loro a vedere la vita e a guardare il mondo da un punto di vista diverso. Mi hanno insegnato a capire le cose che hanno valore e quelle che non ne hanno affatto, ad apprezzare cose che possono sembrare scontate o insignificanti, a dare il giusto peso a (quasi) tutto. C'era gente che viaggiava su barche allucinanti, costruite nel giardino di casa nella periferia di Londra utilizzando ogni tipo di materiale, con bambini così abituati a stare in mezzo al mare che quando scendevano a terra avevano addirittura paura dei gatti! Altri, invece, che nella "vita precedente" erano manager o professionisti di successo e che avevano mollato tutto per inseguire un sogno. Altri ancora che, delusi da tutto, avevano trovato rifugio in quella vita errabonda e affascinante. Una variegata tribù di sognatori avventurosi, gli ultimi veri poeti viventi. Il profeta di questa filosofia di vita è stato il francese Bernard Moitessier, scomparso nel 1994 dopo aver navigato in lungo e in largo su tutti i mari del mondo ed aver vissuto in barca moltissimi anni in Polinesia "per salvare la mia anima" - come scrisse lui stesso. Ha scritto molti libri sulle sue avventure che sconfinano nella filosofia. E' stato, a mio parere, uno dei più grandi uomini del XX secolo.
Oggi, ahimè, sono andato in banca e ho visto trattare a pesci in faccia una povera signora da un impiegatuccio che si sentiva un Dio dietro a quel ridicolo sportello da dove pontificava. Ho pensato a Marco e a Enrica e a Bernard Moitessier, ho guardato in faccia quel piccolo uomo dietro al suo sportello e sono uscito dalla banca schifato. E' proprio vero: c'è vita e vita!!

sabato 30 gennaio 2010

Stipendi

Martedì scorso ho letto su Italians (la rubrica di Beppe Severgnini sul Corriere.it) una bella lettera di un signore che si chiama Andrea Crespi che si intitola: "Adesso voglio solo odiare: e vi spiego perchè". In sintesi racconta la grande amarezza di un uomo di 43 anni, residente in Italia, con moglie e due figli a carico che, pur essendo laureato ed avendo un posto fisso, riesce a malapena ad arrivare con il suo stipendio alla fine del mese ed è sempre in rosso con il conto in banca. Mi sono molto meravigliato che Severgnini non gli abbia risposto. Ovviamente Andrea Crespi non è l'unico italiano a vivere questo disagio, purtroppo ce ne sono moltissimi che stanno anche peggio di lui. Ma questa lettera mi ha fatto pensare alla disparità ed alle incongruenze che esistono in questo Paese in materia di stipendi. E la prima cosa che mi viene in mente è il pessimo esempio offerto dagli uomini e le donne che hanno, per così dire, maggiore visibilità. Lasciamo perdere gli stipendi dei nostri politici (e accoliti) che sono i più alti del mondo (tanto per non dire cose ovvie dette e ridette, in più sedi, fino alla nausea. Tanto non se li abbasseranno!). Accenniamo, invece, a quanto guadagnano alcuni personaggi della televisione pubblica. Mi è capitato di leggere i loro stipendi pochi giorni fa e mi sono sentito mortificato. E' possibile che Fabio Fazio guadagni 2.000.000 di Euro all'anno? Santoro 750.000, Vespa 1.200.000, Floris 350.000, Serena Dandini 710.000, Lucia Annunziata 8.000 Euro a puntata (per una trasmissione che dura esattamente 30 minuti. Significa 267 Euro al minuto. In due minuti guadagna più di quanto percepisce un anziano in un mese con la pensione sociale. IN DUE MINUTI!!). Lo stipendio annuale di Santoro equivale a 15 anni di stipendio di un cardiochirurgo di un ospedale pubblico che fa diverse operazioni al giorno, salvando molte vite umane; quello di Vespa a 12 anni di stipendio di un comandante di un aereo di linea che trasporta 250/300 persone da una parte all'altra del pianeta; quello della Dandini a 13 anni di stipendio di un comandante di una superpetroliera che, se naufragasse, causerebbe una catastrofe ecologica immane; quello di Floris a 22 anni di stipendio di un professore delle scuole medie superiori; per non parlare di Fazio che guadagna tre volte di più del Governatore della Banca d'Italia, che è uno dei maggiori economisti del mondo. Mi viene da pensare: ma se ci fosse una legge che regolamenta gli stipendi in base a ciò che guadagnano questi personaggi (e ho fatto solo alcuni esempi, potrei andare avanti per ore) quanto dovrebbe guadagnare un chirurgo che fa trapianti di fegato, o un ingegnere che progetta centrali nucleari, o un biologo che prepara vaccini per impedire le epidemie, o più semplicemente un maestro elementare che ha la responsabilità della base culturale dei nostri figli? Davanti a queste cose, purtroppo, il signor Crespi non deve odiare nessuno. Deve fare i bagagli, mandare tutti a quel paese e andarsene (anche a fare il clochard) in un posto che non abbia dato i natali a Pulcinella.